Il volontariato regala felicità e allunga la vita

di Chiara Verlato

Lo dicono numerose ricerche: dedicarsi agli altri ha grandi benefici sia mentali, sia fisici e pare possa addirittura regalare una vita più lunga. Più felice sicuramente.

Aumento dell’autostima, più fiducia nel prossimo, maggiori interazioni sociali e meno solitudine, una vita piena di senso e tempo speso meglio: sono numerosi i benefici che l’attività di volontariato regala a chi la pratica, tanto che diverse ricerche si sono soffermate proprio su questo, per capire da dove arrivi tutta la felicità legata al dedicare tempo ed energie agli altri.

È il miracolo del regalarsi agli altri, qualcosa di ben chiaro a chi, nel corso della vita, abbia speso del tempo per il prossimo in maniera gratuita e disinteressata. E il volontariato è anche democratico, perché non ha confini di sorta né alcuna limitazione, può essere praticato a qualsiasi età scegliendo qualcosa di affine ai propri interessi e commisurato alla propria condizione e disponibilità di tempo: decidere di diventare un volontario per l’ambiente o per le associazioni che tutelano gli animali, scegliere un’attività in ambito socio-assistenziale piuttosto che per la promozione della cultura o delle attività sportive, lavorare con anziani, bambini, emarginati, in ospedale, biblioteca, a scuola. Gli ambiti in cui ci si può impegnare sono svariati, ma al di là del settore di competenza, in qualsiasi sua forma il volontariato fa bene sia al corpo sia alla mente.

MILLE BENEFICI

Intanto impegna fisicamente, soprattutto il volontariato “pratico”, per esempio l’assistenza in un canile o in una casa di riposo, l’attività di pulizia delle nostre città o di una spiaggia, l’impegno in una società sportiva giovanile. Ma è soprattutto mentalmente che regala benefici maggiori: permette innanzitutto di sentirsi utili, sviluppando un senso di orgoglio per ciò che siamo in grado di fare e di regalare al prossimo, tenendo alla larga il pensiero negativo che spesso ci dice “non stai facendo abbastanza”, e la relativa depressione che può derivare da questo senso di inadeguatezza.

Il volontariato, poi, è un’ottima occasione per distogliere l’attenzione dai nostri problemi quotidiani e dalle preoccupazioni che assillano la mente: è un ottimo antistress, dunque, perché migliora l’umore e, al contempo, evita l’isolamento. Non c’è, infatti, attività migliore del volontariato per fare nuove amicizie e sviluppare la rete sociale con chi ha i nostri stessi interessi ed è particolarmente utile a chi vive già una condizione di solitudine oppure è molto timido e ha difficoltà a socializzare.

NON SIAMO ISOLE

«L’uomo non è fatto per vivere da solo, è un “animale sociale” e ogni attività di volontariato ha poi un impatto sulla comunità in cui si opera, e anche questo ha un valore» spiega la dottoressa Laura Gangeri, psicologa e vicepresidente di “A casa lontani da casa”, associazione che offre assistenza gratuita a chi è costretto a emigrare fuori Regione per ricevere cure ospedaliere indispensabili alla sua salute. «Con il volontariato si soddisfa anche il bisogno di appartenere al contesto in cui viviamo, si sceglie di impegnarsi in prima persona per migliorarlo, soddisfacendo così il bisogno di connessione e di socialità che è comune a tutti. Aiutando gli altri, quindi, al contempo aiutiamo noi stessi: sviluppiamo la capacità di ascoltare il prossimo, ma anche i nostri stessi bisogni e ci adoperiamo per soddisfarli. L’essere umano, infatti, si nutre della relazione e vive per appartenere a qualcosa: è per questo che il volontariato regala tanta felicità».

Alle organizzazioni come “A casa lontani da casa” i volontari offrono, poi, grande valore, perché sono in grado di umanizzare le esperienze: «I nostri assistiti, oltre alla preoccupazione per le cure che dovranno affrontare, vivono anche il disorientamento di doversi recare, per ricevere assistenza sanitaria, in regioni e città lontane dalle loro e dalle famiglie. Sono spaesati e impauriti e i volontari che li accolgono e assistono danno un contributo fondamentale». Al cuore della loro attività c’è la relazione di aiuto, «un meccanismo potente che è in grado di dare conforto e accoglienza quando ci si trova lontani dai propri affetti, soli o accompagnati soltanto da un membro della propria famiglia, sopraffatti da una nuova situazione alla quale non possiamo sottrarci, perché ne va della nostra salute o di quella di qualcuno che amiamo» (per saperne di più sulla rete solidale di “A casa lontani da casa”, visita il sito acasalontanidacasa.it).

ELISIR DI LUNGA VITA?

Infine, secondo uno studio condotto qualche anno fa e pubblicato sulla rivista Bmc Public Health (“Is volunteering a public health intervention? A systematic review and meta-analysis of the health and survival of volunteers”), oltre ad allontanare la depressione, aumentare l’autostima e migliorare il benessere generale, dedicarsi al prossimo allungherebbe anche la vita. I meccanismi alla base di questa affermazione sono ancora oggetto di studio: alcuni ricercatori dicono che i volontari guadagnino anni in più dal movimento e dallo stare maggiormente all’aria aperta, altri che i benefici sul fisico derivino dalla soddisfazione mentale, con un’attività cerebrale che influenza sia il sistema immunitario, sia il metabolismo, con ripercussioni positive sulla salute dell’intero organismo, fino alla sua longevità. Insomma, il volontariato pare essere un’iniezione di ottimismo e di benessere che fa bene a corpo e mente: vale la pena provare.

Condividi sui social: