Avere a cuore il cuore delle donne

di Gianbruno Guerrerio

C’è la diffusa credenza che le patologie cardiovascolari interessino maggiormente l’universo maschile, ma in realtà sono sempre più numerose le donne che soffrono di problematiche legate al cuore. La prevenzione è fondamentale per mantenere sotto controllo il livello di rischio

Se chiedete a un amico “sai chi ha avuto un infarto?” è facile che la sua mente passi in rassegna i conoscenti maschi. Questa è la conseguenza di un vecchio pregiudizio secondo cui infarto, scompenso cardiaco e altri eventi cardiovascolari sarebbero “un affare” prettamente riservato agli uomini, ma non è affatto così. A radicare il preconcetto è stato un insieme di fattori. Il primo è che nelle donne le malattie cardiovascolari si manifestano 10 anni dopo (o più) rispetto a quanto avviene negli uomini, perché fino alla menopausa sono protette dall’azione degli estrogeni. Il secondo fattore è legato al fatto che, nelle donne, i chiari sintomi associati all’infarto (per esempio, il dolore al petto che irradia al braccio sinistro) spesso mancano o sono più sfumati, tanto da essere scambiati per altri disturbi. Il terzo, in parte conseguenza dei primi due, è che fino a una ventina di anni fa le donne erano quasi del tutto assenti negli studi epidemiologici su queste patologie.

Oggi, fortunatamente, si sa che le cose sono più complesse: se i maschi sono comunque più colpiti (da due a tre volte, a seconda della patologia cardiocircolatoria), le donne devono spesso affrontare una situazione di maggiore gravità, tant’è che, se nel 2018 sono deceduti 96.017 uomini per malattie del sistema cardiocircolatorio, le donne che hanno avuto la stessa sorte sono state ben 124.439 (dati del Ministero della Salute, “Prevenzione delle malattie cardiovascolari lungo il corso della vita”).

Attenzione alla prevenzione

Questi dati sottolineano l’importanza di rivolgere una grande attenzione alla salute cardiovascolare femminile e alla prevenzione, sottoponendosi a partire dai quarant’anni a periodiche visite mediche. Con la menopausa, inoltre, aumentano i fattori di rischio, a partire dall’ipertensione, definita come una pressione massima (sistolica) superiore a 140 Hg. Secondo i dati del “Progetto cuore” dell’Istituto Superiore di Sanità, ne soffre circa il 60% delle donne in menopausa, quando aumenta anche la percentuale di donne con ipercolesterolemia (colesterolo totale sopra i 240 mg/dl), che arriva a toccare il 50% del pubblico femminile. Infine, aumentano anche obesità e adiposità addominale, altri significativi fattori di rischio (che interessano, rispettivamente, il 30 e il 50% delle donne).

Uno o più di questi fattori di rischio, già da soli, richiedono l’intervento del medico e/o dello specialista di cui è fondamentale seguire scrupolosamente le indicazioni terapeutiche, unitamente a un quotidiano stile di vita sano:

  • Non fumare: il fumo danneggia tutto il sistema cardiocircolatorio;
  • Ridurre il consumo di sale: meno di 5 grammi al giorno, tenendo presente che pane, pizza e cibi pronti ne sono ricchissimi;
  • Ridurre o evitare il consumo di alcol;
  • Evitare le bevande zuccherate o edulcorate;
  • Seguire una corretta alimentazione, varia ed equilibrata, preferendo il consumo di verdura, frutta, cereali (meglio integrali), pesce, acidi grassi insaturi (olio extravergine di oliva) e limitare l’assunzione di acidi grassi saturi;
  • Tenersi regolarmente in movimento: almeno 30 minuti di attività fisica moderata aerobica (camminata, bicicletta, nuoto) per 5-7 volte alla settimana o un’attività fisica intensa 2-3 volte alla settimana, sempre commisurate alle proprie condizioni fisiche e al proprio stato di salute.

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