Emicrania, perché è fondamentale l’importanza della diagnosi precoce

È una malattia debilitante di cui soffrono 6 milioni di persone. Fondamentale, anche se non sempre facile, è la diagnosi precoce

Un mal di testa che rende impossibili le normali attività. Un dolore tale da impedire di lavorare, andare a scuola e socializzare, addirittura per alcuni giorni. Sono gli effetti dirompenti dell’emicrania, una sofferenza che accomuna circa 6 milioni di italiani, in prevalenza donne, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). È a tutti gli effetti una malattia ad altissimo impatto, poiché colpisce il 12% della popolazione nazionale. Non solo: è anche altamente debilitante, tanto che l’Oms la indica come la patologia che causa maggiore disabilità nella fascia di età tra 20 e 50 anni. In sintesi, è a tutti gli effetti un handicap nella fase della vita in cui si dovrebbe essere più sani e produttivi.

Diagnosi precoce e nuove terapie

La diagnosi precoce è di fondamentale importanza nel trattamento dell’emicrania, poiché può veramente influenzare la progressione della malattia, evitando conseguenze significative come la cronicizzazione dei sintomi e l’abuso di farmaci.

«Grazie alla scoperta del meccanismo da cui si genera il dolore emicranico -fanno sapere dalla Società italiana per lo studio delle cefalee (Sisc)- sono ormai entrate nella pratica clinica le nuove terapie a base di anticorpi monoclonali che stanno facendo registrare un importante cambio di passo nel trattamento della prevenzione dell’emicrania. Queste terapie riducono il numero di attacchi nella forma episodica e risultano efficaci anche nelle forme più gravi, come l’emicrania cronica e quella resistente ad altri farmaci usati in precedenza. A fronte di tutti questi benefici, inoltre, si verifica un numero molto basso di effetti collaterali». 

Obiettivo: accorciare i tempi di diagnosi

Eppure, nonostante la possibilità di avere accesso a terapie sempre più efficaci, oggi in Italia servono in media otto anni per avere una diagnosi precisa e, di conseguenza, cure adeguate. Per sollevare questo problema, gravissimo anche perché nel nostro Paese esistono centri di eccellenza nel trattamento delle cefalee, è stato lanciato l’anno scorso il “Progetto Emicrania Accesso alle Cure 2022”. Gli artefici dell’iniziativa sono Emha (European Migraine and Headache Alliance), con il supporto di Motore Sanità, nell’ambito della campagna europea dal titolo “My life: the waiting room” (La mia vita: una sala d’attesa).

Obiettivo del progetto è far sì che venga emanato in tempi brevi il decreto di attuazione della Legge per il riconoscimento della cefalea cronica come malattia sociale invalidante. In questo modo, si potrà avviare un piano di presa in carico dei pazienti con metodi innovativi e attivare servizi psicologici e gruppi di aiuto per chi soffre. Riducendo drasticamente, con un approccio multidisciplinare, il tempo per arrivare a una diagnosi.

Centri cefalee in Italia

Per accorciare i tempi di diagnosi, è quindi fondamentale rivolgersi per tempo ai Centri Cefalee in Italia, disponibili sul sito della Società Italiana per lo Studio delle Cefalee e sul sito dell'Associazione Neurologica Italiana per la Ricerca sulle Cefalee:

https://www.sisc.it/ita/centri-cefalee-in-italia/

https://www.anircef.it/2019/01/26/centri-per-la-cura-delle-cefalee/

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