Ipertensione arteriosa, malattia silente: i sintomi, le cause e come tenerla sotto controllo

L’esame medico a cui sarebbe bene sottoporsi più di frequente è senza dubbio la misurazione della pressione, questo perché c’è una condizione, l’ipertensione arteriosa, che è un subdolo nemico della nostra salute, tanto da essere conosciuta anche come il “killer silenzioso”. Malgrado a lungo andare possa comportare danni anche molto gravi - dall’angina pectoris alle malattie cardiovascolari croniche, dall’infarto all’ictus cerebrale - non di rado non dà alcun segno di sé, o si manifesta con sintomi che non sono affatto specifici e possono facilmente essere attribuiti ad altre condizioni.

Cos’è la pressione arteriosa?

Prima di parlare di ipertensione, chiariamo il concetto di pressione: è la forza che il sangue esercita sulle pareti dei vasi sanguigni quando viene pompato dal cuore e dipende dalla quantità di sangue, dalla resistenza delle arterie al flusso del sangue e da una serie di altri fattori.

La pressione arteriosa ha due componenti:

  • la pressione massima, o “sistolica”, che è quella esercitata dal cuore che si contrae per spingere il sangue nelle arterie;
  • la pressione minima, o “diastolica”, che è quella (più bassa) che si rileva nelle arterie quando il cuore si rilassa e aspira il sangue venoso.

Ipertensione arteriosa: i valori normali

La pressione arteriosa è misurata in millimetri di mercurio (mmHg) con un apparecchio detto sfigmomanometro. Sono considerati valori normali di pressione arteriosa:

  • valori di massima compresi tra 120 e 140 mmHg;
  • valori di minima compresi tra 80 e 90 mmHg.

Ipertensione arteriosa o pressione alta

L’ipertensione arteriosa è una condizione patologica che si verifica quando i valori della pressione massima e minima sono costantemente più alti dei valori normali: per questo viene chiamata anche pressione alta.

La diffusione dell’ipertensione

Si tratta di una condizione molto diffusa: secondo le indagini epidemiologiche dell’Istituto Superiore di Sanità03, il 31% della popolazione italiana è iperteso e il 17% è border-line, ossia in una condizione che può facilmente scivolare nell’ipertensione. In particolare, la prevalenza è più elevata nelle regioni del Nord-Est (37%) e del Nord-Ovest (32%), e nelle donne al Sud (34%). In generale, i valori aumentano con l’avanzare dell’età e nelle donne l’aumento legato all’età è particolarmente evidente dopo la menopausa.

A conferma di quanto detto all’inizio, ben il 27% degli ipertesi neppure sa di esserlo. Ma il dato forse più impressionante è quello relativo alle persone ipertese che non sono sottoposte ad alcun trattamento: rispettivamente il 56% dei maschi e il 40% delle donne nel Nord-Ovest, il 55% e il 40% al Nord-Est, il 47% e il 31% al Centro e il 45% e il 27% al Sud.

Sintomi dell’ipertensione arteriosa

L’ipertensione arteriosa è quasi sempre una malattia asintomatica, che può agire per anni senza che chi ne soffre se ne accorga.

Nei rari casi in cui sono presenti, i sintomi più comuni dell’ipertensione arteriosa sono: 04

  • mal di testa, soprattutto al mattino
  • vertigini
  • senso di stordimento senza cause apparenti
  • ronzii alle orecchie
  • alterazioni della vista (visione nera o presenza di puntini luminosi davanti agli occhi)
  • epistassi, ossia piccole perdite di sangue dal naso.

Il rossore in viso o le mani gonfie al mattino, invece, non sono considerati sintomi dell’ipertensione arteriosa.01

Proprio per la mancanza di specificità di questi sintomi - che peraltro possono essere assenti, è bene ribadirlo - molte persone non sanno di essere ipertese.

Le cause dell’ipertensione arteriosa

Nella maggior parte dei casi - ben il 95% - non esiste una causa ben precisa dell’ipertensione arteriosa, che proprio per questo viene detta essenziale o primaria, ma è il risultato dell’alterazione dei molteplici meccanismi che concorrono alla regolazione della pressione, che spaziano dal sistema nervoso autonomo fino alle sostanze presenti nel flusso sanguigno che hanno effetto sulla pressione.

Solo in una piccola parte dei casi all’origine di questa condizione vi è qualche malattia, congenita o acquisita (che in genere interessa i reni, i surreni, i vasi sanguigni o il cuore); in questi casi la cura della malattia di base consente di ottenere la normalizzazione dei valori pressori.

Nelle persone anziane l’ipertensione è spesso legata ai processi di invecchiamento dell’organismo, a partire dalla progressiva sclerosi delle arterie, che perdono buona parte della loro elasticità (aumentando la resistenza al flusso di sangue), e può portare a valori di pressione massima anche molto elevati, pur in presenza di una minima che resta bassa. Le forme di ipertensione che riguardano, invece, solamente la minima, ossia in cui la massima resta nella norma, riguardano per lo più persone giovani.

I fattori di rischio

Come detto, il più delle volte non è possibile individuare una causa specifica dell’ipertensione arteriosa, tuttavia esistono molti fattori che possono concorrere allo sviluppo di questo disturbo, alcuni dei quali non possono essere controllati, come l’età e la familiarità, ossia la presenza in famiglia di altre persone che ne soffrono. Ma la maggior parte di essi è più o meno strettamente legata agli stili di vita. Ecco quali sono i principali fattori di rischio dell’ipertensione arteriosa:

  • Il fumo01
  • L’alcol01
  • Il sovrappeso e l’obesità
  • Il diabete01
  • L’eccessivo consumo di sale01
  • L’ipercolesterolemia
  • La sedentarietà
  • Lo stress

Il fumo è un fattore di rischio particolarmente importante: la nicotina, infatti, oltre a indurre un aumento della frequenza cardiaca, ha un potente effetto vasocostrittore, che si traduce in un aumento della pressione che perdura per circa mezz’ora dopo l’inalazione di una singola sigaretta. Col tempo, poi, a questo si aggiungono i danni provocati alle pareti dei vasi arteriosi, che a loro volta predispongono alla formazione di placche aterosclerotiche che riducono il lume dei vasi.

Anche un consumo elevato di alcol ha, attraverso vie metaboliche più complesse, un effetto negativo sulla pressione.

Sovrappeso, obesità e diabete sono anch’essi importanti fattori di rischio per l’ipertensione, così come una dieta ricca di cibi troppo salati (attenzione ai cibi pronti, oggi molto diffusi anche nei supermercati!) e povera di potassio (di cui sono ricche, solo per fare un esempio, le banane).

Anche una vita sedentaria può essere associata sia pure solo indirettamente, al disturbo, perché un’attività fisica moderata e costante aiuta da un lato a ridurre i valori della pressione e, dall’altro, favorisce il controllo del peso.

Infine, non va dimenticato che anche lo stress (sia fisico sia emotivo), specie se continuativo, può facilitare l’insorgenza di ipertensione. E questo è il motivo per cui la pressione non andrebbe misurata solo quando ci si reca per una visita dal medico, durante la quale è molto facile essere un po’ in tensione, ma anche a casa oppure in farmacia.

La diagnosi di ipertensione arteriosa

Per diagnosticare l’ipertensione arteriosa non servono esami del sangue o procedure invasive: è quasi sempre sufficiente misurare la pressione arteriosa utilizzando lo sfigmomanometro. Si tratta di un esame rapido, assolutamente indolore e non invasivo che può essere effettuato dal proprio medico di medicina generale, in farmacia o anche a casa propria se si possiede lo strumento.01 02

Preparazione all’esame

  • Prima dell’esame è consigliabile non fumare, essere a riposo da almeno 30 minuti, non indossare indumenti con maniche strette.01

Svolgimento dell’esame

  • Durante l’esame bisogna stare seduti comodamente, con la schiena poggiata allo schienale della sedia, evitando di parlare.01
  • Il braccio viene inserito in un manicotto di tela nel quale è inserita una camera d’aria che viene gonfiata utilizzando una pompetta manuale o mediante una piccola pompa elettrica. Si avvertirà una leggera pressione, ma niente di fastidioso.02
  • La camera d’aria viene gonfiata per interrompere temporaneamente il passaggio del sangue attraverso l’arteria del braccio.02
  • La camera d’aria viene poi progressivamente sgonfiata e l’apparecchio indica la pressione alla quale il sangue riprende a circolare (pressione massima o sistolica) e quella alla quale la pressione del sangue si stabilizza (pressione minima o diastolica).02

Interpretazione dei valori ottenuti

  • Come abbiamo già detto in precedenza una persona è considerata ipertesa se la sua pressione massima supera i 140 mmHg e quella minima i 90 mmHg.
  • Poiché la pressione arteriosa varia molto durante la giornata, in base allo stato emotivo o all’attività fisica, è bene ripetere l’esame più volte per confermare la presenza di un effettivo innalzamento pressorio.01

L’ipertensione può essere curata con la terapia farmacologica, che oggi offre diverse opportunità. Sarà il medico a stabilire la terapia più indicata in base alla condizione e alle esigenze del paziente.01


Fonti

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