Intervista a Elena Tedeschi: tra Regolatorio e Swing, il ritmo della passione

Elena Tedeschi, Regulatory Affairs Associate Director di Teva, è ritratta in un’immagine in ufficio su cui è apposto il logo di Teva Extraordinary People

In questa intervista conosciamo Elena Tedeschi, Regulatory Affairs Associate Director in Teva Italia, che ci racconta il suo percorso professionale e una passione travolgente che l’accompagna fuori dall’ufficio. Un viaggio tra competenze tecniche, crescita personale e balli swing, dove lavoro e tempo libero si intrecciano in un ritmo comune fatto di energia, fiducia e voglia di mettersi in gioco.


Ci racconti di te e del tuo ruolo aziendale?

«Mi chiamo Elena Tedeschi e attualmente ricopro il ruolo di RA Associate Director in qualità di responsabile dell’ufficio regolatorio di Teva Italia. Ho iniziato il mio percorso in azienda otto anni fa come RA Senior Manager; poi nel 2023, grazie a un percorso di crescita interna, ho avuto la possibilità di guidare questa funzione, affiancata da un team di professionisti appassionati e affiatati.»

Qual è l’aspetto del tuo lavoro che ti appassiona di più e che ti fa sentire davvero realizzata?

«Ciò che mi appassiona di più è la possibilità di crescere continuamente. Il mondo regolatorio è in costante evoluzione, le normative cambiano, le sfide si rinnovano e questo richiede adattabilità, curiosità e voglia di imparare. Ogni giorno è diverso, ogni progetto un’occasione di mettersi in gioco, e questo mi dà grande soddisfazione.»

C’è una passione che coltivi nel tempo libero e che ti rappresenta particolarmente?

«Da diversi anni coltivo la passione per i balli swing, in particolare Lindy Hop, Balboa e Charleston. Sono balli che riescono a unire leggerezza e profondità, con radici storiche importanti: nati dalla cultura afroamericana degli anni ’20 e ’30, in un contesto di proibizionismo, rappresentano un’espressione di libertà, resistenza e inclusione.

Mi sono avvicinata a questi balli per caso, ma la musica e il ritmo mi hanno subito travolta. Impossibile restare indifferenti al ritmo dello swing, che ti invita a sorridere, a muoverti, a lasciarti andare.

Quello che mi affascina è la loro natura improvvisata: ogni passo è un dialogo, ogni movimento una risposta. Non esiste una performance uguale all’altra, e questo mi ricorda molto il mio lavoro in team, dove ogni situazione richiede ascolto, flessibilità e capacità di adattamento. Ballare swing significa essere presenti, non perfetti: ascoltare, adattarsi, essere in armonia. È un ambiente spontaneo e inclusivo, dove tutti sono benvenuti, esperti e principianti, giovani e meno giovani; tutti possono ballare insieme. Un ambiente dove l’energia è contagiosa e si crea connessione senza bisogno di utilizzare le parole.»

Secondo te, quali valori o attitudini accomunano il tuo lavoro e la tua passione? C’è un filo conduttore che li unisce?

«Sì, assolutamente: il filo conduttore è la capacità di mettersi in gioco, con coraggio e umiltà. Nel mio ruolo in Teva ho affrontato sfide complesse, ho imparato a interpretare normative, a gestire situazioni delicate, e a guidare un team con visione e sensibilità. Anche nel ballo swing si parte da regole di base, ma poi si lascia spazio all’interpretazione personale. Servono fiducia, ascolto, e la volontà di uscire dalla propria comfort zone.

In entrambi i contesti si cresce insieme agli altri: si apprende, si sbaglia, si migliora. E si restituisce ciò che si è imparato, contribuendo al benessere del gruppo. È un processo di evoluzione continua, che valorizza la collaborazione e la spontaneità.»

Nel tuo ruolo, che richiede competenze tecniche e grande responsabilità, quanto è importante avere anche uno spazio per esprimersi liberamente? Ti aiuta a mantenere un equilibrio tra vita e lavoro, anche in termini di benessere mentale, fisico e sociale?

«Assolutamente sì. Il ballo mi ha insegnato la leggerezza, il valore del tempo per sé, e l’importanza di condividere momenti di gioia. Mi aiuta a mantenere un equilibrio prezioso, a ricaricare le energie, e a coltivare il benessere mentale e fisico. Ballare in gruppo, poi, è anche un’esperienza sociale arricchente: si incontrano persone diverse, si scambiano idee, si crea connessione.

Una curiosità tutta mia? Quando termino le lezioni e torno a casa, mi capita di canticchiare e ballare per strada: chi mi conosce sul lavoro sa che sono una persona seria, piuttosto formale, e non proprio il tipo che canticchia in pubblico. 😊

Ma è proprio questo il bello: il ballo mi permette di esprimere un lato di me che nel contesto professionale resta più nascosto. E questo, in fondo, mi rende più completa.»


Elena ci ha mostrato come la passione per le piccole e grandi cose della nostra vita quotidiana possa diventare un motore anche nella vita professionale. Tra normative e passi di swing, il suo percorso è un esempio di come mettersi in gioco, con coraggio e autenticità, possa creare connessioni profonde e durature, dentro e fuori l’ufficio.