Diabete: cibi consigliati e cibi da evitare

di Gianbruno Guerrerio

Una recente ricerca approfondisce la connessione tra diabete e alcuni alimenti. Qual è la dieta più adatta per chi soffre di diabete?

Lo studio dell’Università Federico II di Napoli valuta il rischio di complicanze nel diabete di tipo 2 legato a diversi alimenti di origine animale che spesso sono presenti sulle nostre tavole. Ecco quali finiscono sul “banco degli imputati” e quali, invece, sono da considerare neutrali.

Cos’è, cause e conseguenze del diabete

La forma di diabete di gran lunga più diffusa è quello di tipo 2: alla sua insorgenza può concorrere una componente genetica, ma a influire in modo determinante sono gli stili di vita. Il diabete di tipo 2 è una malattia cronica, sempre più diffusa in occidente e da un certo punto di vista “subdola”. Spesso non dà sintomi evidenti fino a quando non è del tutto conclamata e i danni, che possono interessare arterie e vista, solo per citarne alcuni, divengono palesi. Infatti,  l’Istituto superiore di sanità, la retinopatia diabetica colpisce a lungo andare due diabetici su tre e in tutti i Paesi avanzati è la prima causa di cecità in età lavorativa. Inoltre, complica anche molte altre malattie. È bene, dunque, cercare di prevenirlo con tutti gli strumenti a nostra disposizione.

Le cause del diabete possono essere fattori genetici ed età, ma su queste non possiamo influire, oppure alcuni fattori che facilitano lo sviluppo della malattia, come l’obesità ela vita sedentaria. Facciamo, dunque, attività fisica e poniamo attenzione all’alimentazione.

Quali sono quindi i cibi da evitare per il diabete? Va innanzitutto controllato il consumo di carboidrati e zuccheri semplici contenuti in:

  • bibite gassate;
  • dolci e dolciumi;
  • succhi di frutta;
  • frutta secca intesa come frutta disidratata;
  • frutta candita;
  • frutta sciroppata.

Il consumo di questi cibi non deve essere eccessivo e frequente. Livelli elevati di glucosio nel sangue producono infatti un picco glicemico e stimolano il pancreas a produrre più insulina, che facilita il passaggio del glucosio nelle cellule e ne mantiene i valori ematici normali. Se, però, l’assunzione di zuccheri è eccessiva, le cellule possono ridurre la loro sensibilità all’insulina, innescando un fenomeno noto come insulino-resistenza, che scatena poi il diabete.

Cibi buoni e cattivi per il diabete

Tuttavia, non basta controllare carboidrati e zuccheri, perché attraverso complessi processi metabolici anche altri alimenti -alcuni a prima vista insospettabili- provocano un aumento della glicemia. A chiarirlo è uno studio dell’Università Federico II di Napoli da poco pubblicato sulla rivista “Diabetes research and clinical practice”, che ha valutato il legame tra rischio di insorgenza del diabete di tipo 2 e diversi alimenti di origine animale.

Cibi da evitare:

Dallo studio è emerso che il consumo di carne rossa (una media di un etto al giorno), di suoi derivati lavorati, come i salumi (50 grammi al giorno) e di formaggi grassi, comportano un significativo aumento del rischio di sviluppare diabete di tipo 2.

Cibi consigliati:

Il consumo moderato (fino a 200 grammi al giorno) di latte, formaggi magri e yogurt sembra, invece, correlato a una leggera riduzione del rischio. La ricerca dà  il “via libera” anche al consumo di pesce e uova (fino a un uovo al giorno) e ai prodotti di origine vegetale, come frutta fresca, verdura, noci, legumi, cereali integrali, oli vegetali monoinsaturi e polinsaturi (evitando, dunque, olio di cocco e il tanto discusso olio di palma).

Stress, fattore di rischio per il diabete

Occorre, infine, ricordare anche altri fattori di rischio per lo sviluppo del diabete di tipo 2 o per la gravità delle sue conseguenze, alcuni legati all’alimentazione, altri meno. Predispongono al diabete anche alti livelli di colesterolo “cattivo” -quello Ldl- e di trigliceridi, mentre l’ipertensione incide sulle sue conseguenze.

Infine, cerchiamo di tenere sotto controllo anche lo stress.Gli ormoni dello stress -come il cortisolo - aumentano infatti i livelli di zuccheri nel sangue, e una condizione stressante protratta troppo a lungo nel tempo innesca la sesnsibilità delle cellule all’insuline, e questo porta all’insulino-resistenza.

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