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Il 31 agosto ricorre la Giornata internazionale della gratitudine ed è l’occasione preziosa per parlare di questo importante sentimento, che tanti benefici può regalare alle nostre vite. Ma cos’è la gratitudine? Secondo il vocabolario Treccani è “il sentimento e la disposizione d’animo che comportano affetto verso chi ci ha fatto del bene”. E ancora, la gratitudine è “il ricordo del beneficio ricevuto e il connesso desiderio di poterlo ricambiare”. È, quindi, innanzitutto qualcosa che si riceve senza nulla in cambio e che poi fa scattare la molla del restituire quanto avuto. Praticare la gratitudine non è, però, qualcosa né di facile, né di scontato: non significa semplicemente dire “grazie” e mettere in pratica la buona educazione imparata in famiglia o a scuola.

Gratitudine è riconoscere un favore ricevuto (un gesto, una parola, anche semplicemente uno sguardo di sostegno nel momento giusto) e provare per questo un senso di appagamento e felicità tale da spingerci a ricambiare il favore senza alcun tornaconto. È, dunque, un sentimento purissimo che, tra l’altro, fa molto bene, perché gli effetti benefici della gratitudine sulla nostra salute sono numerosi.

Il circolo virtuoso della gratitudine

Sono tante le ricerche che hanno studiato gli effetti positivi della gratitudine e del praticarla come un vero e proprio stile di vita, così da porsi in maniera differente di fronte agli eventi della vita, sia quelli positivi, sia negativi.

Praticare la gratitudine innanzitutto genera energia positiva e tiene lontani da sentimenti pericolosi e dannosi, come l’invidia e il risentimento, il vittimismo o la rabbia. Vedere ogni cosa ricevuta come un dono inaspettato ci fa percepire maggiormente la bellezza e lo stupore della vita e mette in ombra quanto di negativo può accaderci. Soffermarci sui piccoli regali quotidiani -come una giornata di sole, un incontro inaspettato, un sorriso spontaneo- fa vedere i mille colori della vita e allontana una visione in bianco e nero, quella, cioè, di chi si sofferma principalmente sugli aspetti negativi del quotidiano.

Quali sono gli effetti positivi della gratitudine sulla nostra salute?

In primis abbassa i livelli di cortisolo, “l’ormone dello stress”, così dannoso per corpo e cervello. Al contrario, la gratitudine favorisce il rilascio di serotonina e dopamina, neurotrasmettitori del cervello che attivano i circuiti cerebrali di felicità e benessere.

La serotonina, in particolare, chiamata anche “ormone del buonumore”, è un potente antidepressivo in grado di controllare gli sbalzi di umore, perché lavora efficacemente per ridurre lo stress e l’ansia. Svolge, inoltre, un’importante funzione nel regolare il ritmo sonno/veglia, quello che ci permette un corretto riposo, con conseguente ricarico di energie: la serotonina migliora sia la qualità, sia la durata del sonno, favorendo un corretto risveglio al mattino 01.

La dopamina, invece, nota anche come “ormone del piacere”, viene generata nel cervello ogni volta che proviamo soddisfazione intensa: per esempio quando viviamo emozioni di forte allegria e serenità, quando ci innamoriamo o quando ascoltiamo una canzone che ci piace o mangiamo il nostro cibo preferito. La dopamina ci regala appagamento profondo ed è anche importante perché stimola la nostra motivazione nel portare a termine un compito a cui teniamo, in quanto sollecita la produttività e aumenta la determinazione. Infine, la dopamina è utile anche nel migliorare memoria, concentrazione e apprendimento ed è capace di farci sentire meno il dolore fisico.

È quindi evidente come la gratitudine, aumentando il livello di entrambi questi importanti neurotrasmettitori, determini un effetto positivo sulla nostra salute.

Come praticare la gratitudine?

Come esercitarsi a sviluppare empatia e gratitudine nella vita di tutti i giorni? Come per tante altre cose, ci vuole costanza ed esercizio.

  • è indispensabile soffermarsi sulle piccole cose: per ottenere i benefici maggiori da questo straordinario sentimento non è necessario, infatti, legarlo a cose eclatanti. Anzi: è nella quotidianità che si può praticare la gratitudine, per renderla uno stile di vita che dà i suoi -grandi- frutti. Iniziamo, quindi, con non dare nulla per scontato, ma apprezzare ogni cosa positiva che ci accade nel corso della giornata e ogni piccolo dettaglio che ci rende in qualche modo felici.
  • La gratitudine richiede condivisione: al di là dell’essere grati per una bella giornata di sole o per una gita al mare, per la propria salute, per il lavoro e la stabilità economica, il processo di gratitudine amplia gli effetti benefici se coinvolge anche qualcun altro, se riusciamo, cioè, a identificare il soggetto della nostra gratitudine. Anche qui, non servono gesti particolari per sviluppare il sentimento: proviamo a essere grati anche semplicemente per un sorriso regalato con sincerità, per un momento vissuto insieme, per una confidenza o chiacchiera leggera. Si può iniziare dalle persone a noi più vicine, un famigliare, un amico stretto, il collega con cui dividiamo l’ufficio.

Il diario della gratitudine e altri consigli pratici

  • Gli psicologi e gli esperti di mindfulness suggeriscono, poi, l’utilizzo di uno strumento che favorisce la pratica della gratitudine, il diario. Di cosa si tratta? Semplicemente l’abitudine di annotare ogni giorno, su un apposito quaderno -il “diario della gratitudine”, appunto- un paio di motivi per cui essere grati. Così facendo si svilupperà attenzione per la materia, e giorno dopo giorno l’esercizio di riconoscere gli atti di gratitudine intorno a noi diventerà sempre più facile.
  • Il secondo esercizio suggerito consiste nel passare ai fatti, allenandosi con piccole azioni per dimostrare concretamente il senso di riconoscenza che proviamo: dire grazie più spesso accompagnando alla parola un sorriso, abbracciare ogni sera i nostri affetti più cari, persino dedicare qualche minuto al giorno a coccolare i nostri animali domestici.

Tutto serve per innescare in noi un sistema automatico di gratitudine, che piano piano ci porterà a essere gentili e riconoscenti senza più accorgercene, e intolleranti verso quegli atteggiamenti non cortesi e opposti alla gratitudine che vedremo intorno a noi. E che potremo eventualmente correggere, naturalmente sempre praticando la gentilezza.

[1]M. Bear, B. Connors et al., “Neuroscienze. Esplorando il cervello

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    M. Bear, B. Connors et al., “Neuroscienze. Esplorando il cervello

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