La generazione dei “Longennials”

Una felice coppia di anziani danza su un terrazzo, incorniciati da un magico panorama alle loro spalle.

In Italia oltre 14 milioni di persone (quasi un quarto della popola­zione) hanno più di 65 anni. Gli ultraottantenni sono 4 milioni e mezzo e circa 22 mila persone hanno varcato la soglia dei 100 anni. È la foto­grafia del Rapporto Istat 202301, che conferma che il nostro è un Paese che in­vecchia: l’età media è sa­lita dai 45,7 anni del 2020 ai 46,5 dell’inizio 2023.

Procedendo di pari pas­so con il calo delle na­scite, l’invecchiamento della popolazione ha pesanti e ben note riper­cussioni sulla sostenibi­lità dei sistemi pensio­nistico e sanitario, con sempre più persone an­ziane bisognose di cure e sempre meno giovani e forza lavoro ad alimen­tare lo stato sociale. Con un’aspettativa di vita che si è allungata, arrivando anche a 30 anni (e più) oltre il pensionamento, diventa, quindi, sem­pre più rilevante il tema dell’invecchiamento in salute.

Come vivere più a lungo e vivere meglio

Gli over 65 di oggi, in­fatti, non sono più quelli di una volta, quando al congedo dalla vita lavo­rativa si accompagnava anche quello, graduale, dalla vita sociale. Questa generazione, che non ha senso chiamare anziana, è oggi definita con il ter­mine di “Longennials”, che indica sì l’obiettivo di una lunga vita, ma prima di tutto di una vecchiaia in buona sa­lute, attraverso una più consapevole attenzione a prevenzione e stili di vita. A occuparsi delle loro esigenze è HappyA­geing, l’Alleanza italiana per l’invecchiamento at­tivo, nata nel 2014 per promuovere politiche e iniziative volte a tutelare la salute dell’anziano e a sviluppare le indicazioni della Commissione euro­pea sul fronte dell’invec­chiamento attivo.

I Longennials rappresen­tano una risorsa impor­tante sia per l’economia (hanno un’elevata capa­cità di spesa e di rispar­mio al punto che si par­la di “silver economy”, un’economia che ruota intorno ai loro bisogni), sia per lo stato sociale (spesso sono caregi­ver dei propri genitori centenari e partecipano all’accudimento dei ni­poti) ma, soprattutto, hanno la voglia e il di­ritto di continuare ad avere un ruolo attivo nella società. Il loro in­vecchiamento in salute deve, quindi, diventare un obiettivo condiviso, nell’interesse di tutti.


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