Ambiente: i consigli per una spesa responsabile

Se ne parla sempre di più, e per fortuna: il tema della sostenibilità è sempre più presente sui giornali, in tv e anche sui social. Le nuove generazioni, in particolare, sono molto attente al tema e richiedono azioni concrete e politiche di contenimento dei danni ambientali che coinvolgano tutto il sistema. Ognuno di noi, nel suo piccolo, può fare la propria parte, iniziando per esempio dalla spesa responsabile, quella più amica dell’ambiente.

Organizzazione e scelta responsabile

Per realizzare una spesa sostenibile il primo passo è avere ben chiaro quanto vogliamo spendere: definire il budget di spesa è, infatti, fondamentale per evitare acquisti inutili e sprechi di cibo. Può essere molto utile pensare per tempo a cosa vogliamo mettere in tavola nell’arco della giornata o -meglio ancora- dell’intera settimana: programmare gli alimenti da consumare stilando menù settimanali sarà una valida guida per evitare di comperare cose che poi non consumeremo. Gli specialisti dell’alimentazione suggeriscono, poi, di cibarsi con prodotti freschi e di stagione: prediligere mercati e piccoli produttori della zona può aiutare a contenere la spesa, favorendo al contempo la comunità in cui risiediamo e riducendo l’impatto ambientale, evitando ad esempio il trasporto dei cibi esotici, da noi importati con imballaggi idonei a lunghi tragitti, con negative conseguenze per l’ambiente.

Alla ricerca di imballaggi green

Altroconsumo, organizzazione di consumatori che opera da oltre 50 anni per informare, difendere e rappresentare i consumatori, accende i riflettori proprio sugli imballaggi green, definendoli “un utilissimo strumento per ridurre l’impatto sull’ambiente”. Secondo l’associazione, i rifiuti da imballaggio costituiscono, infatti, ben il 36% dei rifiuti solidi urbani e cercare di ridurli non è soltanto una necessità ambientale, ma anche un dovere sociale. Ma come?

Se tutti prediligessimo, nel carrello della spesa, prodotti alimentari con imballaggi leggeri, proporzionati all’alimento che contengono e realizzati con materiali riciclati e compostabili saremmo in grado di fare una grande differenza. Come riconoscerli? Altroconsumo ha stilato un elenco in grado di aiutarci a realizzare una spesa amica dell’ambiente ogni volta che varchiamo le porte di un supermercato.

I consigli per riconoscere gli imballaggi green

  1. Scegliere prodotti con un solo imballaggio semplice e in monomateriale. Da evitare scatole e involucri: per fare un esempio, sì al riso in sacchetto di cotone semplice, no al riso in sacchetto di plastica e confezionato poi in scatola di cartone;
  2. Meglio optare per la leggerezza, cioè per quegli imballaggi ben proporzionati rispetto al contenuto, non eccessivi, né troppo spessi;
  3. La diciturariciclabile” non è sufficiente per definire green un imballaggio. Vetro, plastica e cartone non sono imballaggi speciali e spesso, anche se pensiamo siano riciclabili al 100%, lo sono solo in parte (in Italia, secondo Altroconsumo, viene riciclato solamente il 50% dei rifiuti in plastica);
  4. Da preferire i contenitori riciclati, ovvero quelli realizzati tramite materiali di secondo utilizzo, in plastica o carta, perché si riduce l’impatto ambientale della produzione di nuovi imballaggi;
  5. Meglio ancora prediligere la “plastica compostabile”, cioè quella ottenuta da elementi naturali (come il mais, con cui sono realizzati tanti sacchetti biodegradabili), che ricorda la plastica tradizionale ma in realtà è molto diversa e che, dopo l’utilizzo, si raccoglie nei rifiuti umidi, al pari degli scarti dei cibi. A base biologica, infatti, si decompone del 90% in meno di 3 mesi quando viene inserita in un sistema di compost.
  6. Meno preferibili gli imballaggi in bioplastica, che impiega come minimo 6 mesi per decomporsi del 90%, a differenza della compostabile che richiede circa la metà del tempo. La bioplastica è meglio della plastica tradizionale, ma se si può scegliere è sempre meglio optare per quella compostabile.
  7. Attenzione, infine, ai contenitori in carta: vanno smaltiti nell’apposito raccoglitore della carta soltanto se questo elemento è preponderante nell’imballaggio, cioè se supera il 60% del totale della confezione. Spesso, infatti, la carta è contenuta nell’imballaggio solo in minima parte e questo rende l’imballaggio green soltanto in apparenza.

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