Salute mentale, salute generale

di Dorina Macchi

Salute fisica e mentale sono strettamente correlate: non c’è benessere in assenza di una o dell’altra. La pandemia ha acceso i riflettori sull’importanza della salute mentale, con particolare riguardo agli adolescenti, i più colpiti da restrizioni e chiusure.

“Funzionare” nei rapporti sociali e nella vita di tutti i giorni, in famiglia, a scuola, sul lavoro. E ovviamente con se stessi, riuscendo a gestire nelle diverse situazioni reazioni, comportamenti e umori. Ecco, in estrema sintesi e con la massima semplificazione, la definizione di salute mentale, di cui il 10 ottobre di ogni anno, a partire dal 1992, si celebra la Giornata mondiale.

Secondo quanto si legge nella Costituzione dell’Oms, Organizzazione mondiale della sanità, “La salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non semplice assenza di malattia o di infermità”.

Salute, quindi, è diverso da “non-malattia” ed è uguale a uno “stare bene” che riguarda tutte le sfere e le dimensioni della nostra esistenza. Mens sana in corpore sano, come dicevano gli antichi romani.

Qualche millennio dopo, il collegamento tra il benessere della mente e quello del corpo è reso ancora più evidente dai dati. Come dichiara il ministero della Salute, “Le persone con disturbi mentali sperimentano tassi di disabilità e di mortalità più elevati rispetto alla media”. Spesso, infatti, i disturbi mentali influiscono su altre malattie o ne accentuano la sintomatologia.

Un ragazzo su 7

Godere di un buono stato di salute mentale è fondamentale e lo è ancora di più durante l’adolescenza, periodo “difficile” per definizione. Secondo i dati 2021 dell’Unicef (United Nations International Children’s Emergency Fund), 1 ragazzo su 7 soffre di disturbi mentali. Tra questi, 89 milioni sono ragazzi e 77 milioni sono ragazze; 86 milioni hanno tra i 15 e i 19 anni e 80 milioni hanno tra i 10 e i 14 anni. L’ansia e la depressione rappresentano il 40% dei disturbi mentali diagnosticati. Come sottolinea ancora l’Unicef, il quadro è peggiorato durante la pandemia a causa delle conseguenze delle restrizioni alla vita sociale e scolastica.

Tra tante cose negative, però, il Covid ha portato anche una maggiore attenzione sulla salute mentale. E così, durante l’Assemblea mondiale della sanità, nel maggio 2021, i governi di tutto il mondo hanno riconosciuto la necessità di aumentare i servizi pubblici di salute mentale di qualità a tutti i livelli, rendendo, per esempio, più accessibile il ricorso agli specialisti.

Sì, perché la prima regola è quella di chiedere aiuto e non vergognarsi: viviamo in un mondo complesso e sfidante, con grandi incertezze e modelli sempre più irraggiungibili, in cui a tutti può capitare un momento di difficoltà e fragilità. Quando ci si sente senza energie, quando l’appetito e le abitudini alimentari sono molto alterati, quando si dorme male e si fa di tutto per evitare situazioni sociali, dalla scuola al lavoro, è il caso di rivolgersi a uno specialista.

Un altro importante campanello d’allarme è rappresentato dall’irascibilità e dai problemi di attenzione e concentrazione. Il tutto sempre secondo buonsenso: una rispostaccia e un brutto voto sono normali, rapporti impossibili e un crollo di rendimento possono, invece, evidenziare dei problemi da affrontare.

Nella normalità, luci e ombre

Tristezza, noia, senso di solitudine e inadeguatezza, rabbia, paura... siamo fatti anche di emozioni e stati d’animo negativi e ignorare questa verità non ci fa stare meglio, anzi. Un passo importante per la salute mentale è, infatti, quello di “dare un nome” a quello che proviamo, senza giudizio e senza critiche. Dirsi “mi accorgo che in questo momento sono triste” è meno brutto e meno problematico di “sono triste e non devo esserlo”. Accettare di vivere dei momenti in cui non si è al 100% è anche importante per acquisire una dimensione più realistica, in cui ridimensioniamo le richieste che abbiamo verso noi stessi e andiamo alla scoperta di quello che ci fa stare bene. E che magari non è passare il test di Medicina, ma fare un corso per diventare videomaker. Ovviamente, però, conoscersi e accettarsi è diverso dal vivere senza regole. Sì, quindi, ad attività fisica regolare, meglio se all’aperto, amicizie coltivate il più possibile di persona, sana alimentazione e riposo equilibrato. E, ovviamente, no a qualsiasi dipendenza.

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